Sudan, Emergency

Un giorno al Salam

Chi è un rivoluzionario? Un essere umano con grandi ideali, la capacità di vedere più lontano degli altri e l’energia per realizzare i progetti in cui crede.

Per questo, Gino Strada è per me come  Ghandi o Nelson Mandela: un uomo che ha prima sognato e poi lavorato con coraggio e determinazione implacabile per concretizzare i suoi sogni. Sembrava una provocazione l’idea di un ospedale cardochirurgico d’eccellenza nel cuore dell’Africa, per di più completamente gratuito; era considerato oltraggioso convogliare tante risorse per curare patologie così complesse, di fronte ad emergenze di base come diarree e denutrizione. A distanza di qualche anno, un successo straordinario: una delle cardiochirurgie migliori al mondo in termini di successi e mortalità, tassi di infezione inferiori a qualunque altro ospedale, costi dieci volte minori e soprattutto pazienti provenienti da oltre venti paesi, non solo africani.

Ho avuto la grande fortuna di passare una giornata al Salam, questo splendido ospedale di Emergency a Karthoum, Sudan, oltre che alla clinica pediatrica del campo profughi di Mayo. Ho visto cose che nella mia vita di medico avevo incontrato di rado tutte assieme: efficienza, igiene paranoica, maniacale controllo degli sprechi, competenza e professionalità ma anche accoglienza e assistenza affettuose. Ho ascoltato pazienti che ringraziavano il popolo italiano per aver creato questo miracolo in un luogo dimenticato da tutti. Ho intuito sorrisi e speranze negli occhi di bimbi in sala rianimazione, usciti da poco da complessi interventi. Ho trattenuto il fiato quando Gino ha fatto arrestare e poi riprendere a battere un cuore rimesso a nuovo. E mi sono sentita davvero orgogliosa di appartenere al grande popolo di Emergency.